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Gli studenti impareranno in classe le manovre salva-vita
La formazione sulle tecniche di primo soccorso diventerà obbligatoria anche per gli studenti. La novità, che fa dell’Italia uno dei pochi Paesi europei a prevedere uno specifico percorso didattico su questo tema nelle scuole, è contenuta nell’articolo 1 comma 10 del maxiemendamento al disegno di legge sulla “buona scuola” in fase di approvazione: «Nelle scuole secondarie di primo e secondo grado sono realizzate, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, iniziative di formazione rivolte agli studenti, per promuovere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso, nel rispetto dell’autonomia scolastica, anche in collaborazione con il Servizio di Emergenza Territoriale 118 del Servizio Sanitario Nazionale e con il contributo delle realtà del territorio».
Il provvedimento è stato fortemente sostenuto dall’Italian resuscitation council (Gruppo Italiano per la Rianimazione, Irc), l’associazione nata nel 1994 con l’obiettivo di diffondere la cultura e promuovere l’organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in Italia. «Finalmente l’insegnamento del primo soccorso nelle scuole è stato messo nero su bianco, — dice l’anestesista rianimatore Federico Semeraro, del Consiglio direttivo dell’Italian resuscitation council — mentre prima la decisione se fare formazione rientrava nell’autonomia di ogni dirigente scolastico. Una volta tanto siamo tra i pochi Paesi in Europa, assieme a Germania, Francia e Danimarca, ad averlo previsto». L’Irc metterà gratuitamente a disposizione tutto il materiale didattico per le scuole sul sito Viva, creato nel 2013 in occasione della prima «Settimana di sensibilizzazione dedicata all’arresto cardiaco» voluta dal Parlamento europeo. Ogni associazione di volontariato potrà “adottare” una scuola, a costo zero per la scuola stessa, perché i volontari doneranno il loro tempo per i corsi.
«È un investimento culturale per il futuro» sottolinea Semeraro. In realtà, nonostante il decreto parli solo di scuola secondaria, l’Italian resuscitation councilintende portare avanti la formazione in primo soccorso degli studenti anche nelle scuole primarie a partire dalle quinte classi, in base alla proposta di orientamento formativo presentato al ministero dell’Istruzione. «L’insegnamento delle tecniche di primo soccorso, — dicono gli esperti dell’Irc — delle conoscenze sul corpo umano, delle problematiche sanitarie sulla prevenzione e dell’intervento in caso di pericolo, sono un bagaglio culturale che le prossime generazioni devono possedere».
La morte cardiaca improvvisa è la terza causa di morte più frequente nel mondo, dopo il cancro e le altre patologie cardiovascolari, e ogni anno costa la vita ad almeno 700 mila persone in Europa e negli Stati Uniti. La rianimazione cardiopolmonare, iniziata dai soccorritori “laici”, testimoni dell’arresto, aumenta di 2-4 volte il tasso di sopravvivenza. Ogni ragazzo la può fare, dicono gli esperti. Per questo motivo l’insegnamento delle rianimazione cardiopolmonare a tutti gli studenti a partire dai 12 anni compiuti per due ore all’anno, apporterebbe un importante miglioramento anche alla salute globale.
«Studenti e insegnanti sono importanti “moltiplicatori” sia in privato che in pubblico, quindi a più lungo termine aumenterà notevolmente la proporzione di individui addestrati nella rianimazione»: lo sottolinea la dichiarazione «Kids Save Lives – Training School Children in Cardiopulmonary Resuscitation Worldwide» (I ragazzi salvano le vite – Addestramento degli scolari di tutto il mondo alla rianimazione cardiopolmonare), promossa tra gli altri da European Patient Safety Foundation (EuPSF) e European Resuscitation Council (ERC) e World Federation of Societies of Anesthesiologists (WFSA) , che ha ricevuto il patrocinio dell’Organizzazione mondiale della sanità.
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